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sabato 28 novembre 2015

Nepal, primi bilanci: "33, 33 e 33", come disse Leonardo a Benigni e Troisi (non ci resta che... "sorridere"!)

"Gruppo" Dirghayu Guru Hospital in partenza per un "campo medico"
Non fosse per il perdurare del "blocco" e della situazione sui confini con l'India, e che indubbiamente pare ogni giorno più serio e di non semplice soluzione, le impressioni generali al mio rientro in Italia dopo questo ultimo mese di Nepal, sono assai più positive del previsto!
E sarà che "Leonardo" e Vinci erano in  qualche modo con me, sarà che comunque un viaggio nell'Oriente di queste terre continua anche ad avere e dare un'idea di viaggio nel tempo, un avvicinamento al film di qualche anno fa "Non ci resta che piangere" mi è venuto proprio naturale!
Anche perché nel corso dei giorni e degli incontri ho deciso di proseguire su due strade già avviate come di iniziarne una nuova, dando equa suddivisione dei contributi e (soprattutto) degli impegni futuri, per cui ecco il famoso "33, 33 e 33" si suddivisione risorse. Come appunto alla fine del film il grande Leonardo rassicurava gli "ingegneri" Benigni e Troisi.
Ma ecco il dettaglio, estratto dal "comunicato stampa" ufficiale:

- Missione Cattolica
... che comprende sempre la nostra Casa della Compassione di Sister Deepa, il Centro Pastorale del direttore Caritas Nepal, Padre Pius Perumana e l'ostello di Sister Roshna

- Mountain People (ONG Nepal) 
... è l'organizzazione dei famosi potabilizzatori d'acqua (su cui ci siamo subito attivati nell'emergenza terremoto grazie al caro Uttam) e che appunto si occupa della gente di montagna e collina

- Dirghayu Guru Hospital/7.8Nepal... arriva grazie ad amici come Sunil Shakya e Naila Sattar consentendo anche di contribuire a sostenere progetti sanitari e lavorativi in svariati villaggi e comunità del Nepal.



Ma ecco il comunicato completo:


Comunicato Stampa

MARCO BANCHELLI RIENTRATO IN ITALIA:
PRIME VALUTAZIONI DELLA SUA MISSIONE IN NEPAL


Il ciclo-ambasciatore della pace della Toscana Marco Banchelli, appena rientrato dal Nepal, esprime le sue prime valutazioni generali dalle vicende del terremoto dello scorso 25 aprile con l'attivazione del "Campo Base Solidarietà", all'impiego dei fondi raccolti fino alle notizie più recenti ed attuali.
Partito giusto a sei mesi dal terremoto ha avuto modo di passare dai primi drammatici pensieri di una totale devastazione al un sollievo della verifica diretta. Anche se ha preferito non recarsi nei villaggi più colpiti ma vivere principalmente la realtà del paese che oggi più che mai è rappresentata da Kathmandu e la sua valle. Dove per fortuna, il tessuto urbano dei maggiori agglomerati ha retto, anche miracolosamente. Altrimenti i morti si sarebbero contati a decine, forse centinaia, di migliaia.
"Temo che l'informazione si sia affievolita dopo le prime settimane, quasi più per imbarazzo... che per abbandono... - dichiara Banchelli - in un'area con 5/8 forse 10 milioni di abitanti, pochissime le abitazioni private cadute. Ed anche se con il massimo rispetto, le vittime totali della grande area urbana non hanno comunque superato che poche centinaia..."
I danni più gravi sono stati subiti proprio dagli edifici storico-artistici, ad iniziare dalla stessa Kathmandu. Meglio Patan; ancora meglio Bhaktapur, l'altra antica capitale della valle. Per i quali si è già attivata l'UNESCO. Nessun problema invece per Pokhara, che pure in prime informazioni fu data per "rasa al suolo". Come nessun probllema per tutti i percorsi "trekking".
Per cui è risultato anche semplice per Marco Banchelli il passare, fin dalle prime ore della sua permanenza, a quello che era l'obiettivo principale della sua missione: "normalizzare" la Solidarietà. 

Sister Roshna e Marco Banchelli
Il rimanente dei fondi raccolti Euro 5.067 di Euro 11.567 totali (Euro 6.500 erano già stati inviati dall'Italia), è stato quindi indirizzato nel "proseguire" i precedenti impegni attivi, oltre ad un'importante nuova realtà ed equamente suddivisi tra: Missione Cattolica, Mountain People (ONG Nepal) e Dirghayu Guru Hospital/7.8Nepal. Impegni e rapporti che continueranno a rimanere aperti ad ulteriori contributi tanto economici quanto di competenze.
Penso valga la pena ricordare - prosegue Banchelli - che la Missione Cattolica comprende sempre la nostra Casa della Compassione di Sister Deepa, il Centro Pastorale del direttore Caritas Nepal, Padre Pius Perumana e l'ostello di Sister Roshna... Che Mountain People è l'organizzazione dei famosi potabilizzatori d'acqua e che appunto si occupa della gente di montagna e collina e che la novità del Guru Hospital arriva grazie ad amici come Sunil Shakya e Naila Sattar consentendo anche di contribuire a sostenere progetti sanitari e lavorativi in svariati villaggi e comunità del Nepal.
Marco Banchelli sembra preoccupato in questo momento "solo" per un blocco ancora di difficile soluzione in atto presso i confini del''India: una situazione per cui auspica un sollecito intervento e mediazione da parte della comunità internazionale.
Tornando infine alla missione, annunciando per i prossimi giorni altri approfondimenti, aggiornamenti e curiosità, conclude:
Il contributo del nostro Campo Base mi ricorda la famosa battuta di un film, quella di Leonardo verso Benigni e Troisi, quella del 33, 33 e 33... mi sembra ci stia proprio a pennello! Come a pennello, in questo rientro di soddisfazione e sollievo e valutando nel complesso ciò che ho potuto verificare, ci stia assai bene anche il titolo stesso di quel film, con una piccola variante fondamentale, NON CI RESTA CHE... sorridere!
E certamente, andare avanti. Dalla parte del Nepal e della Solidarietà.


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