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lunedì 23 giugno 2014

Papa Francesco e il "dono" dell'ascolto

"Ascoltare non è sempre semplice.
A volte è più comodo fingersi sordi, coprirsi le orecchie per non sentire.
Spesso, all'ascolto autentico, sostituiamo le e-mail, gli sms o le chat, privandolo così della concretezza dei volti, degli sguardi, degli abbracci.
Possiamo scegliere di ascoltare solo alcune voci, naturalmente quelle che ci convengono: c'è sempre qualche adulatore pronto a dirci proprio ciò che vogliamo sentire.

Ascoltare significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, preservare la parola altrui.
E' necessario fare tutto il possibile per predisporsi all'ascolto nel modo migliore, perché tutti possano parlare, perché si tenga conto di ciò che ciascuno vuole dire.
Nell'ascolto si consuma una sorta di martirio, un sacrificio di se stessi in cui si ricrea il gesto sacro dell'Esodo: togliti i sandali, procedi con cautela, non spingere. Taci, questa è una terra santa, c'è qualcuno che ha qualcosa da dire: saper ascoltare è una grazia immensa!
E' un dono che bisogna invocare per poi esercitarsi a praticarlo."

Papa Francesco

da
E' L'AMORE CHE APRE GLI OCCHI
Rizzoli







venerdì 6 giugno 2014

Domani l'ultimo giorno di "13 anni": la scuola e il "dono" della lettura

Domani, dopo la "normale" carriera di elementari, medie e superiori (a cui dovrebbero essere aggiunti anche i due di materna...), per mia figlia Claudia sarà un altro di quei giorni molto particolari della sua vita... Come per le sue compagne e compagni di questo percorso, ovviamente compresi tutti quelli con cui ha condiviso aule ed insegnanti da quel lontano primo giorno di scuola... 

Per l'occasione pensiamo opportuno riprendere una "tappa" che in questi ultimi anni di superiori ha contraddistinto il mese di maggio. 


Il sindaco Gianni Gianassi ha appena consegnato il trofeo...
"Cacciatori di Testi": la tappa "condivisa" con il Comune di Sesto Fiorentino e con le altre scuole superiori del territorio, e che ha riguardato libri e lettura. E gioco... Altra componente tanto cara a chi sta scrivendo...
Claudia, anche grazie alla sua passione per la lettura (oltre che per il gioco) ha sempre preso parte. E quest'anno, e finalmente, anche vincendo!
Nel ringraziare il Prof. Stefano Bottai (tra l'altro anche grande appassionato della natura e delle bicicletta!!!), ecco di seguito l'articolo dalle pagine dell' IISS P. Calamandrei e qualche immagine a ricordo e saluto di questa esperienza e di tutto un percorso (per fortuna) accompagnato dal grande "dono" dell'amore per i libri e la lettura...

La sera del 7 maggio al cinema Grotta si è svolta l'annuale sfida letteraria tra le scuole superiori di Sesto, promossa nell'ambito delle iniziative del comune di Sesto Fiorentino in occasione di Maggio di Libri, e denominata "Cacciatori di Testi". Quest'anno la sfida, oltre che su conoscenze culturali a carattere generale, è avvenuta sul libro di Fabio Genovesi "Esche Vive" e sul testo di Benioff David "La città dei ladri". La gara organizzata dall'associazione "Allibratori" si è svolta alla presenza del sindaco di Sesto Gianni Gianassi e dell'autore Fabio Genovesi. La nostra squadra composta da 17 ragazze provenienti da diverse classi della scuola ha vinto la gara portando a casa il trofeo messo in palio, che la nostra scuola custodirà durante il prossimo anno scolastico, e il premio consistente in un buono di 50 euro per l'acquisto di libri. Della squadra coordinata da Prof. Bottai hanno fatto parte:

Ilaria Ricci, Claudia Banchelli, Elisa Bocciardi, Monica Paradisi, Giulia Compagno, Giulia Palloni, Viola Volpi, Jinjin Hu, Virginia Lucioli, Francesca Mazzucco, Olivia Nutini, Giorgia Tinacci, Martina Vannuccini, Huihong Cao, Sara Gori, Elisa Arletti, Martina Cipriano.


Il "gruppo" Calamandrei (foto Roberto Vicario / Piana Notizie)





venerdì 23 maggio 2014

Roma e San Pietro, Papa Francesco, San Kolbe e la bellezza: della testimonianza, della verità e del dono della vita per Amore

Il "campo base" dell'Assoluto ha avuto un nuovo fantastico momento la scorsa domenica, a Roma. Un momento che abbiamo avuto il piacere di condividere con delle Persone veramente speciali e che sicuramente hanno potuto assaporare al meglio le medesime sensazioni. 
Arrivare in Piazza San Pietro (come anche il velocissimo "ritorno"!), passeggiare nell'attesa tra un santino ed una cartolina postale, vivere direttamente da lì il primo incontro con l'enorme potenza della semplicità e del messaggio di Papa Francesco rischia di essere qualcosa che descrivere quasi non è possibile. Ma veramente...
Silvia e GiancarloSilvia (un'altra!) e Nicole, migliaia e migliaia di altre donne ed uomini, bambini, giovani e meno giovani, neri, gialli, bianchi, linguaggi, striscioni e colori: tutti lì, in uno splendore di cielo e di spazi, tra arti umane e divine ad alimentare poi, attraverso quella piccola figura bianca affacciata sul tutto, Speranza e Amore.






Noi "cinque" eravamo lì come conseguenza di un meeting a cui avevamo partecipato il giorno prima, sabato 17. Un incontro dove il "viaggio" era il protagonista assoluto, insieme a blogger e ... giornalisti. 
Mi è tornato in mente, proprio dal libro E' L'AMORE CHE APRE GLI OCCHI con lettere e discorsi  dal 1999 al 2007 dell'allora Vescovo argentino Jorge Mario Bergolgio (a cui in qualche modo è dedicata anche la pagina di questo link nel BLOG) , il capitolo dove parlando del buon samaritano, il futuro Papa Francesco ricordava la figura di San Massimiliano Maria Kolbe.

Mi sembra che sia una gran bella considerazione da riprendere per queste sorprendenti ore trascorse nella città eterna e non solo...

San Massimiliano Maria Kolbe, martire della carità, prigioniero n. 16670 ad Auschwitz, proclamato santo da (San) Giovanni Paolo II e venerato come patrono dei giornalisti proprio per l'uso che fece dei mezzi di comunicazione, seppe rendersi prossimo alle vittime nel campo di concentramento. E là, sebbene i carcerieri e i boia depredassero e infierissero senza sosta sui deportati, si avvicinò loro come fosse lo stesso Gesù, offrendo la sua vita per salvare quella di Francesco Gajowniczek, condannato a morte. Lui, modello per tutti i comunicatori, ci mostra come il modo più appropriato per trasmettere il Vangelo di i Gesù sia la bellezza della testimonianza, della verità e del dono della propria vita per amore.
Signore, ti preghiamo affinché ci renda "prossimi" come il buon samaritano del Vangelo, che non è altri che te, trasfigurato dalla bellezza dell'amore di Dio per noi; affinché il nostro animo si scuota e il nostro cuore si intenerisca di fronte ai nostri fratelli, e possiamo scoprire la bellezza del meraviglioso amore con il quale veniamo salvati, per comunicare il piacere di impegnarsi ad amare il prossimo secondo l'esempio di Massimiliano Kolbe.


Secondo me, anche un po' a rinsaldare percorsi comunque comuni, è di certo anche l'ideale "patrono" dei blogger!  Per Caso (o per Amore, come intendiamo noi!) o per piacere, per hobby, per passione e per qualunque altro motivo uno si metta a tentare di scrivere e testimoniare "qualcosa"...




martedì 13 maggio 2014

"Verso la Libertà": la storia di Marco Banchelli incontra il Popolo Saharawi (anno 1999)

Ecco il manifesto ufficiale di una traversata che avrebbe dovuto raggiungere i campi profughi di Tindouf "via terra". Per motivi di sicurezza che l'Algeria non poteva garantire, l'allora sindaco di Sesto Fiorentino, Andrea Barducci annullò quell'esperienza che in ogni caso ha segnato l'incrocio e l'inizio di percorsi comuni tra i percorsi di Marco Banchelli e del Popolo Saharawi.
Anche se dovranno passare dieci anni...










lunedì 28 aprile 2014

Un "Bologna - Fiorentina" che viene da lontano: il particolarissimo Appennino dei Banchelli...

Sabato scorso, proprio mentre a Macerata si concludeva la prima partita del campionato di Serie A2 di softball, mi è giunta da mio padre la notizia che, nell'anticipo di seria A del calcio, la Fiorentina aveva vinto 3 a 0 a Bologna...
Ancora queste due squadre ad incrociare il destino della mia vita. E di questo blog.
Si perché se il Bologna / Nepal ha partecipato al Torneo AMICO FRANCESCO (e vincendolo anche!), lo scorso 4 ottobre a Kathmandu, non è stato certo di un "caso"...

Mia figlia Claudia infatti, stava proprio in quei giorni dello scorso autunno, definendo il suo "passaggio" alla squadra di Bologna delle Blue Girls...
Molto evidente è stata la delusione di Michele e Massimo, di Stefano, Daniele e il grande Gigi che allo stadio di Bologna aveva anche il figlio in tribuna, quando appunto sabato, ho comunicato loro la notizia.
E' stato anche per loro, come per addolcire un attimo anche il solo timore di un'eventuale retrocessione, che ho pensato di rintracciare qualche immagine e qualche ricordo della mia storia con Bologna e il calcio, lo sport e i viaggi, fino allo stesso "Caso" dei miei straordinari fratelli maggiori Patrizio e Syusy
Ma tra tutti i momenti che legano non solo me, ma direi proprio i "Banchelli", a Bologna, non posso adesso che ricordare questo. Quando con la stessa Claudia, che allora neppure aveva compiuto il primo anno, entrammo al centro dello Stadio Dall'Ara per dare il calcio d'inizio della partita Bologna-Fiorentina tra politici-amministratori (che per il "ritorno", a Firenze, dovrebbe poi aver visto in campo anche il Presidente della Provincia di quegli anni: Matteo Renzi).

Nel luglio 1996, in occasione di un mio fantastico tentativo di record in Nepal, tra le tante testimonianze che mi accompagnarono, erano con me a  anche le maglie degli allora capitani Rui Costa e De Marchi. Come l'articolo che segue di "Stadio-Corriere dello Sport" ricorda, insieme  a quella "tappa" ed al suo inizio, con mio padre, quando si parcheggiava la "500 giardinetta" di allora giusto sotto lo stadio che ancora non era Dall'Ara...

Ed ecco anche la foto originale, dalla foresta di Dakshinkali, a sud della valle di Kathmandu...









Che altro aggiungere quindi, miei cari amici di Bologna. Che la vostra squadra possa salvarsi, certo! Ma anche se non ce la dovesse fare confido almeno che possa farvi comunque piacere aver conosciuto questa specie di nostra prima semi-tappa di avvicinamento. Un momento dello straordinario "tour" della vita che comunque in qualche modo ci ha poi portato a conoscerci. 

Penso di interpretare al meglio anche il pensiero di Claudia se vi dico che è per noi un grande piacere sentire la vostra città anche un po' nostra: grazie allo sport, al Caso e a tutto ciò che ci ha fatto avere un rapporto così particolare e privilegiato con voi, dove l'Appennino sembra proprio non sia lì a dividere, ma ad unire. 
Molto meglio e molto di più della super-direttissima ferroviaria o di come potrà fare ogni altra variante di valico. 
"Noi", con Bologna, e già da un po' di tempo, siamo collegati da un gran bel "ponte"...

Il vostro amico
Marco



giovedì 17 aprile 2014

Il "Giovedì", quando la fragilità diventa forza: da un terremoto in Himalaya al nostro caro Papa Francesco sui "sentieri" di Gesù

... la fragilità può renderci deboli, farci soccombere a volubili passioni, credere a chi promette effimeri benesseri, isolarci dagli altri e trincerarci ognuno nella propria (tragica) debolezza...

Cappella di Villa Il Poggio: prima di una "partenza"... 
Il racconto (ed il ricordo) dell'ultima cena è sempre commovente...
Gesù si è appena affidato ai suoi discepoli, ha aperto loro il suo cuore annunciando che uno di loro, quello che intinge il pane nel suo stesso piatto, lo consegnerà alle guardie.
Anziché insistere sul tradimento che sta per compiersi però, parla dell'alleanza che sta per costruire con noi... e offre il pane che ha appena benedetto, un'immagine di fragilità. Fragilità che trabocca amore e condivisione.
In occasione del Giovedì santo questa visione dovrebbe essere per tutti una suggestione di eccezionale intensità: la fragilità vista non come ferita, come debolezza della quale deve farsi carico il più forte, bensì come strumento di vita.
Fragile è anche ciò che si spezza facilmente... e l'immagine è proprio quella del pane di Vita che si "spezza e si dona". Nel pane -fragile - condiviso è racchiuso il segreto della Vita. Di ogni persona, di ogni famiglia, comunità e del mondo intero.
La fragilità diventa forza. La forza dell'amore che si fa debole per essere ricevuto. Forza dell'amore che si scinde per alimentare, dare vita ed essere condiviso in modo solidale.

In questo momento due immagini più di altre mi passano dalla mente al cuore. La sensazione del  pane, dei pasti condivisi e del tè nel deserto dei nostri amici Saharawi e quella proprio di una particolarissima Pasqua in Nepal, tra il Manaslù e gli Annapurna, verso il Pisang Peak: quando un "terremoto", scuotendo la terra come la mia anima, rese quell'esperienza una "tappa" fondamentale verso la forza della mia "fragilità"... 
NAMASTE'.


"Dal" pensiero di Jorge Mario Bergoglio,

buon Giovedì santo!
Marco




venerdì 11 aprile 2014

Ancora (e sempre!) NEPAL: il Monte Everest, la "vedetta" Nuptse e... Marco Banchelli

20 aprile 1992 - Marco Banchelli al "cospetto" della "dea madre della Terra" (e della sua "sentinella")

... per l'unica immagine che il caro e buon Jeetbhadur riuscì a scattare in un modo presentabile: e d'altra parte... c'era una tale "luce"! Ed il sistema "digitale" aveva ancora qualche anno d'attesa prima di venire a sconvolgere (o quasi) praticamente tutto...
Pensare che è riuscito in qualche modo a prendere almeno il filo dei freni della bicicletta, è già un enorme successo, considerando la "potenza" del suo clic fotografico!

Tra le pagine e le parole che formano questo blog "Ishalaya" penso che trovi una buona collocazione anche questo ricordo al cospetto della più alta montagna del mondo, che dal geografo inglese che per primo lo "misurò" prese il nome, l'Everest. Ma che poi, come forse molti sapranno, di nomi, come minimo, ne ha altri due: Sagarmatha per i nepalesi e Chomolangma per i tibetani. Due nomi che più o meno hanno la stessa "traduzione" : la grande dea madre della Terra... A riprova che le "misurazioni" dell'uomo talvolta possono essere  assai precise anche senza "strumenti" in più.

Tre nomi, tre aspetti...